Ansat MassaMartana

Santa Maria in Pantano

Secondo una leggenda locale, la chiesa è stata edificata, nel V secolo dal magister militum Severo sui ruderi di un edificio o di un tempio pagano della Civitas Martana. Il basamento della chiesa, infatti risale, probabilmente ad un edificio tardo imperiale, del quale sono visibili le murature laterali in opus reticulatum con parti di mattoni, nella fiancata destra della chiesa. Molto più probabilmente la chiesa fu edificata ad unica, grande aula absidata tra il VII e il VIII secolo, aggiungendo all’edificio romano la parte presbiteriale e absidale, leggermente sopraelevate e con le murature in opus spicatum. Di notevole interesse architettonico è l’abside, scandita esternamente da ampie arcate che richiamano motivi in uso nell’area veneta. Annesso alla chiesa fu poi costruito un monastero, gestito dai monaci benedettini che bonificarono e resero fertile la località, spesso inondata dal torrente Tribbio, come chiaramente indica il toponimo in pantano.
Alcuni documenti attestano che la chiesa era alle dipendenze del monastero di Farfa, quindi ebbe sicuramente un ruolo politico notevole nell’area martana. La facciata della chiesa non è allineata con la strada moderna, bensì con il vecchio tracciato della Via Flaminia che corre più a destra; è arricchita da un portale ad arco acuto, in conci alternati bianchi e rossi con cornice marmorea, ed un semplice rosone che ne abbellisce la semplice struttura rettangolare. L’interno, molto sobrio, diviso in 3 navate da poderose colonne e capitelli di vario tipo; conserva ancora frammenti di affreschi medioevali di scuola locale. Si possono ammirare urne cinerarie, frammenti decorativi romani e numerose iscrizioni. Notevoli il grande capitello corinzio riutilizzato come sostegno dell’ultima arcata di destra; i frammenti dell’antico pavimento a mosaico e ad opus spicatum, ritrovati in recenti lavori di restauro e il grande cippo con l’iscrizione che ricorda i Vicani Vici Martis riutilizzato come base per l’altare maggiore.
Tra gli affreschi, quasi tutti di scuola locale, si segnalano quello sull’altare della navata destra Madonna con il Bambino tra Santa Barbara e Sant’Antonio Abate del XV secolo, opera di Niccolò di Vannuccio; sulla parete posteriore un affresco con raffigurati Sant’Antonio Abate, San Pietro, San Fortunato e Sant’Onofrio del XIV secolo; al centro dell’abside Madonna con il Bambino (sec. XIV-XV), al quale furono aggiunti posteriormente San Felice e San Benedetto. Sulla sinistra una Crocifissione con San Severo e San Francesco (sec. XVII). Uscendo dalla chiesa, merita un veloce sguardo la torre quadrata con coronamento ad archetti medioevali del XIV secolo, che si innalza a dominio della valle. Altra testimonianza dell’insediamento romano, è una cisterna, individuata nel 1997, nei sotterranei di un fabbricato rurale sito nei pressi di Santa Maria in Pantano. Si tratta di un ambiente costituito da due cunicoli lunghi circa m. 15, larghi m. 2 e alti m.3, raccordati da un cunicolo trasversale più o meno delle stesse dimensioni.

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