Contact

La magia dei castelli

Castel Rinaldi: Borgo medioevale, costruito, secondo la tradizione, nel 1160 da un tal “Rinaldo duca di Calabria”, Castel Rinaldi fece parte anche del feudo dei conti Arnolfi. Costantemente di parte guelfa, fu spesso al centro di lotte intestine che segnarono il territorio nel Medioevo: nel 1311 fu assalito infatti dai ghibellini di Todi che lo costrinsero alla sottomissione, nel XV sec., passo’ sotto la signoria della potente famiglia Atti di Todi. Costruito in una zona poco stabile, intorno alla prima meta del 1400 fu danneggiato da alcuni smottamenti che ridussero notevolmente la grandezza del castello. Sappiamo che vi sostò papa Clemente VII, di passaggio in Umbria nel 1532. Meritano attenzione la cinta muraria medioevale e la chiesa parrocchiale di San Sebastiano. Poco fuori dal castello, purtroppo ricoperta dalla vegetazione e di difficile accesso, è situata una necropoli pagana, di notevole interesse storico e documentario, scavata nel tufo: formata da oltre 15 caverne, probabilmente prototipo per la successiva catacomba cristiana di San Faustino.

Castelvecchio: Nel Medioevo era uno dei castelli più importanti e popolosi della zona. L’abitato aveva circa un centinaio di nuclei familiari. Luogo di passaggio, per la sua posizione lungo il percorso tra Massa Martana, Todi e Gualdo Cattaneo, aveva un ospedale e contava alle sue dipendenze ben sette chiese (San Giorgio, Sant’Anastasia, Santa Cristina, San Biagio, Santa Croce, Santissima Trinità e Sant’Ippolito, quest’ultima ancora mostra il suo fascino di pieve romanica. Il borgo oggi si presenta con una veste molto diversa da come doveva apparire nel Medioevo: rimangono, oggi, solo alcuni ruderi nascosti dalla vegetazione spontanea che ha ripreso possesso del rilievo sul quale sorgeva il borgo fortificato.

Colpetrazzo : Castello costruito tra la fine del 1300 ed i primi anni del 1400, conserva ancora intatta la sua struttura medioevale. Di notevole interesse la porta d’ingresso, oltre la quale si trova la piccola chiesa di San Bernardino, antica parrocchiale del castello. Sopra la chiesa di San Bernardino merita una visita l’antica sala della confraternita del Santissimo Sacramento interamente decorata con un prezioso ciclo di affreschi votivi del XV e XVI secolo. Appena fuori dalle mura castellane si trova la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Giuseppe e Bernardino, edificata nel secolo XVI in sostituzione della più antica chiesa di San. Bernardino, ritenuta piccola e collocata in posizione scomoda per l’accesso dei fedeli; che conserva alcune tele del 1600 attribuibili a pittori umbri dell’epoca.

Mezzanelli: Il castello di Mezzanelli , che sorge in posizione strategica, ha seguito le sorti dei vari dominatori che ne hanno gestito la vita politica; un tempo parte del feudo degli Arnolfi, il castello è stato citato in alcuni documenti del 1115 e 1118 con i quali i conti Ridolfo, Saraceno, Guillelmus, Hugolino, Tebaldo e Bulgarello cedevano parte di Mezzanelli e di altri loro possedimenti all’abate Beraldo di Farfa. Appartenne poi ai conti di Baschi quindi passò in parte sotto il dominio dei duchi Cesi. Situato in posizione ottinale fu più volte assalito da Spoleto e da Todi nel corso delle lotte tra guelfi e ghibellini. Subì distruzioni nel 1447 e nel 1451. Nel 1467 fu restaurato con il concorso di tutti i suoi abitanti che per l’occasione si autotassarono. Nel 1500 circa fu nuovamente assalito dalle truppe del papa Alessandro VI che distrussero la rocca. Quest’ultima, rimane ancora a dominio del borgo, e conserva una vistosa torre in pietra e le mura perimetrali; si può raggiungere con una piacevole passeggiata che sale dal borgo fino alla cima del colle, dove, immersi in un contesto paesaggistico molto suggestivo, appaiono i resti della struttura fortificata.

Montignano: Il castello, che sorge poco distante da Santa Maria in Pantano, in posizione collinare, apparteneva al feudo degli Arnolfi, nei secoli X e XI, viene ricordato in un documento dell’abbazia di Farfa del 1115 come Poggio di Santa Maria in Pantano. Come molti altri borghi della zona, durante il XII fu sottomesso da Todi. Il castello presenta ancora una buona parte delle sue strutture medioevali: le mura, alcune torri angolari e la porta di accesso oltre la quale si trova la piccola chiesa di San Giovanni, che conserva una pregevole tela raffigurante la Madonna del Rosario opera di Bartolomeo Barbiani. Poco fuori del castello, si trovano i ruderi (le mura perimetrali e l’abside semicircolare in pietra squadrata) dell’antica chiesa di Santa Degna, documentata fin dal secolo XIII; di notevole interesse è il grande sarcofago di pietra che si trova dietro l’abside.

Rocchette: nonostante sia in avanzato stato di degrado, conserva tuttavia sufficienti elementi architettonici che danno un quadro d’ insieme abbastanza leggibile della funzione difensiva cui ha assolto per secoli; presenta infatti alte e spesse mura che erano rafforzate da torri, delle quali ne rimane una cilindrica posta alla destra della porta di accesso che è sormontata dallo stemma di Todi del XVI secolo. All’ interno delle mura castellane del XIV secolo, è la chiesa di S. Maria della Concezione. Sopra l’ unica porta di accesso della chiesa è stato murato un frammento scultoreo del IX-X secolo con una Croce; l’ interno, più volte ampliato, presenta, sulla sinistra, entro tre riquadri orizzontali, affreschi del XVI secolo raffiguranti un Santo vescovo, Madonna con Bambino, Madonna che brandisce una clava per proteggere dal demonio un bambino vestito di corazza e in basso sulla sinistra una gentildonna inginocchiata ed orante. La cappella, antistante l’ingresso della chiesa, è completamente affrescata.

Viepri: Il borgo fortificato di Viepri è avvolto dalle alte colline circostanti che, chiamate per secoli ad assicurarne la difesa, sembrano ancora oggi continuare a nasconderlo. Costruito dopo il 1380 sulle rovine del demolito castello di Monte Schignano, il suo dominio fu oggetto di un’aspra contesa tra Todi e Foligno. Pur di non soggiacere all’autorità tuderte, nel 1392 preferì sottomettersi ad Ugolino Trinci, signore di Foligno. Fu comunque una breve parentesi e Viepri fu definitivamente conquistata da Todi che, per meglio rendere manifesto il suo potere, fece apporre il proprio stemma, un’aquila, sopra una delle due porte di accesso al castello. Queste ultime sono ancora ben conservate, mentre delle mura medievali è visibile solo una porzione del perimetro originario.

Villa San Faustino: Il castello di Villa San Faustino fece parte anch’esso, nei secoli X e XI delle terre Arnolfe (citato in documenti dell’abbazia di Farfa del 1115 e 1118). Il castello, connesso con l’importante pieve di San Faustino, nel secolo XIII fu inserito nei possedimenti del contado di Todi.

Zampani: Nel XIII secolo il borgo di Zampani ed i suoi abitanti erano compresi nel territorio del castello di Gagliole che si ergeva sulla sommità del colle oggi chiamato Torracio. Distrutto il castello nel 1307, Zampani diventa il centro più importante del territorio circostante e ne assume anche la titolarità nei documenti ufficiali. Nel catasto del 1322, infatti, sotto la denominazione di Villa dei Zampanis figurano allibrate 26 persone molte delle quali sono le stesse o gli eredi di quelle registrate nel 1290 sotto il castello di Gagliole. Gli abitanti di Zampani erano anche costituiti in Communitas o Universitas di carattere agrario e godevano in comune delle risorse di un vasto tenimento di terre nelle montagne retrostanti in vocabolo de Calvellis Fagieti e di Montosoli. Dal secolo XV Zampani entra a far parte del Comune di Massa ed i suoi abitanti ricadono nella giurisdizione religiosa della parrocchia di San Felice di Massa. Nel territorio di Zampani è compreso il brullo e sassoso colle chiamato Rottomario perché, secondo una ben radicata tradizione, in epoca romana vi sarebbe avvenuto uno scontro armato nel corso del quale i seguaci di Mario furono sbaragliati da quelli di Silla. In realtà il toponimo originario era Griptonario, cioè luogo pieno di grotte. Una di queste grotticelle è detta ancora oggi Grotta di San Felice perché la tradizione vuole che in essa si ritirasse in preghiera il santo vescovo della Città Martana, martirizzato nel 303 d.C.. Anticamente, almeno fino alla fine del 1500, questo evento veniva celebrato con una solenne processione che dalla chiesa parrocchiale di San Felice si recava fino alla grotta.

CLICCA QUI PER CONOSCERE TUTTE LE ALTRE RISORSE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE DI MASSA MARTANA

0.0

0 Reviews

Rating 0

0 Reviews

Write a Review

Register

You don't have permission to register