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I luoghi del silenzio

Il territorio di Massa Martana con le sue frazioni conserva tante chiese e abbazie interessanti da visitare. Tra le altre vanno segnalate:
l’abbazia di San Faustino, edificata sui ruderi di una villa romana. Presenta uniformità di struttura e di colore dovuta all’uso del travertino locale, materiale di costruzione anche del basamento della stessa chiesa. La chiesa, dedicata a San Faustino, probabilmente discepolo e confessore del vescovo della Civitas Martana San Felice, e l’attiguo monastero, furono edificati dai monaci benedettini, sulla tomba del Santo. La facciata presenta un’architettura di stile lombardo, purtroppo alterato dalla recente costruzione del portico antistante; della struttura originaria resta una bella trifora con colonnine marmoree.

Lungo un diverticolo della Via Flaminia, attuale Todi-Foligno, si trova la chiesa intitolata ai Santi Fidenzio e Terenzio. Fra le più interessanti chiese romaniche umbre, fu eretta dai nobili di Massa Martana in onore dei due santi, originari, secondo una leggenda, della Siria: partirono da Roma per diffondere la religione cristiana e giunti nel territorio tudertino, al tempo dell’imperatore Diocleziano, furono catturati e martirizzati “in Civitate Martana, Tuderto proxima”. I loro corpi furono poi sepolti segretamente nel luogo dove ora sorge la chiesa.
Prima dell’attuale chiesa, probabilmente venne eretto, sul loro sepolcro, un oratorio, come potrebbe indicare una pietra della cripta che mostra l’iscrizione “Beatus Fidentius et Terentius hic requiescunt”.

Fuori dall’abitato di Viepri sorge l’abbazia di Santa Maria che, secondo una consolidata tradizione, sarebbe stata edificata intorno al 1150 dai signori di Castelvecchio. Esempio di architettura romanica, nel corso del tempo subì vari interventi che, pur modificandone la struttura in alcune parti, non ne hanno comunque scalfito l’originaria identità. Sobria e monumentale allo stesso tempo, l’abbazia fu costruita utilizzando materiale proveniente da dismessi edifici romani. Sulla semplice facciata a due spioventi si apre un portale a rincassi sormontato da una bifora e si eleva quanto resta di una robusta torre campanaria, mutilata, sembra a causa di un fulmine.

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